Intervista

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    Ghiandaia Imitatrice

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    In questo film, nonostante tutta l’azione, si sente come il governo sia sempre presente e di come metta sotto pressione i personaggi.
    Sì, e la loro crudeltà diventa sempre più sorprendente. Lei non riesce nemmeno a dire addio alla propria famiglia.

    Il messaggio principale del film è quello della ribellione. Pensi che sia una cosa che porterà i ragazzi ad essere più attivi?
    Se c’è una generazione più giovane che sente il bisogno di parlare contro qualcosa, allora spero che lo facciano. È dura essere una sola voce ed essere la ragazza unica, povera, del Distretto 12, che non può fare nulla. È dura essere una sola voce in un mondo sbagliato. Penso che sia importante mostrare quanto sia grande, perché pensano che diventiamo pecore troppo facilmente. Seguiamo la massa e facciamo ciò che è ritenuto giusto senza avere molte informazioni. E il fatto che questa saga abbia avuto così tanto successo, la dice lunga.

    Katniss è frustrata perché non vuole essere l’eroina della situazione. Come attrice, trovi difficile mostrare questa resistenza?
    Sì, voglio dire, capita. Lo trovo frustrante perché vorrei che lei fosse l’eroina. Alcune volte vorrei dirle, ‘Certo che lo farai, certo che guiderai la ribellione. Dì loro che sarai la Ghiandaia Imitatrice, senza dubbio.’ Ma sto interpretando una ragazza reale che è bloccata. L’unica cosa che vuole, e che la rende una vera eroina, sono meno morti possibili. Non vuole una guerra per vendicarsi. Vuole sistemare la situazione e penso che la crudeltà di Capitol City arriva ad un punto che ti obbliga a fare qualcosa, sai? Devi agire.

    Hai delle belle scene con Donald Sutherland e Philip Seymour Hoffman. Ti è mai capitato di essere nervosa pensando che avresti lavorato con loro?
    Sì. Mi è successo. Sai, prima di incontrarli. Poi li incontri e sono solo Phil e Donald e puoi divertirti con loro. Ma ci sono dei momenti in cui mi sembra incredibile in qualche scena con Phil Hoffman o ora, con Julianne Moore. E come se li guardassi e pensassi, ‘Siete davvero nel nostro film? Sta succedendo davvero?’. È incredibile. Ovviamente, non gliel’ho mai detto.

    Quanto rumorose sono le telecamere per l’IMAX?
    Oddio, sembrano dei tosaerba.

    Come ultima vincitrice dell’ Oscar, uno dei tuoi doveri è quello di presentare il ‘Miglior Attore’ l’anno prossimo. Hai visto alcune delle possibili nomination?
    Oddio, ho provato a vedere 12 Years a Slave tre volte. Era sold out ogni volta. Dovrei mandare un messaggio a Fassbender e dirgli che il film sta andando proprio bene!

    Ti aggiorni e guardi tutte le possibili nomination? O solo quelle che puoi quando non stai lavorando?
    Sì, quello che posso. Lo faccio. Sì, non voterei mai senza avere una vera opinione. Sarebbe pericoloso.

    Quali sono le tue abitudini per vedere un film? Guardi Netflix o vai al cinema?
    L’autunno è la mia stagione preferita per andare a vedere i film perché in quel periodo escono i film migliori. E inizia anche a fare freddo, quindi è bello stare al chiuso.

    Il mio film preferito di quest’anno, a parte La Ragazza di Fuoco, è Short Term 12.
    Oddio, non farmi nemmeno iniziare a parlarne. L’ho visto sul mio iPhone.

    Oddio, non ci credo.
    Non ne avevo idea. Pensavo fosse solo una clip che mi aveva inviato il produttore. E poi ho visto l’intero film. Ho passato due ore con l’iPhone in mano e a piangere. Oh, amo quel film.

    Lavorerai con il regista [di Short Term 12] prima o poi?
    Sì. Penso che sarebbe bello.

    Stai anche sviluppando altri progetti con Gary Ross e altre persone. Pensi che questa sia la parte migliore della fama?
    Sì. Ho l’opportunità di lavorare con bravissime persone. È fantastico.

    Ritornando a La Ragazza di Fuoco, ci sono molte persone divertenti in questo film. Con chi era più difficile mantenere una faccia seria?
    Oh… Oddio, è difficile. Entrambi… è impossibile, perché sono entrambi assolutamente divertenti con telecamere spente e accese. Ma a telecamere accese, è difficile avere una faccia seria nelle scene con Caesar (Stanley Tucci).

    Quante volte dovete girare le scene con Caesar dato che Tucci ride e urla in faccia a te?
    Voglio dire, lui è fantastico ogni vota. Ma deve passare tanto tempo sul set come tutti noi. Sono sicura che a fine giornata gli facciano male le guance.

    È bello fare un film tratto da un libro e poter parlare liberamente della trama senza spoiler, l’opposto di X-Men riguardo il quale non puoi dire niente?
    Sì, in parte. Perché significa che devi parlare di più. Con X-Men posso anche dire, ‘Oops, non ne posso parlare’. E fine.

    Prima mi hai detto che hai girato American Hustle al posto di riposare. Come decidi quando è arrivato il momento di fermarsi? Qual è il processo che ti spinge a capire cosa fare dopo?
    È solo istinto. Non ho nessun programma a meno che non sia qualcosa che non posso fare a causa di altri impegni. A quel punto non avrebbe senso leggere la sceneggiatura. Ma in genere, la leggo e capisco se lo voglio fare o no… Come per gli appuntamenti, sai? Puoi avere anche un appuntamento perfetto ma non sentire niente. Alcune volte leggo e sono tipo, ‘Non vedo l’ora di interpretare questo personaggio. Potrei farlo. Ho delle buone idee. Sarebbe bello per me.’ Ma fare American Hustle è stato meglio di una vacanza. Ha ricaricato la mia creatività.

    Hai sentito dire che qualcuno voleva che tu interpretassi una giovane Han Solo nel nuovo film di Star Wars?
    Non posso interpretare una giovane Han Solo. [Ride] È terribile.

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